Ri-cicli-amo

Ri-cicli-amo

Ieri sera ho avuto modo di assistere ad un incontro pubblico promosso dalla società che gestisce la raccolta e trattamento rifiuti nel paese in cui vivo.

Tralasciando la questione inerente cosa/dove/quando mettere i rifiuti, che per questo ritengo basti semplicemente leggere i fogli illustrativi o imparare a leggere le confezioni dei cibi che mangiamo … appare evidente che la maggior parte della popolazione non sia affatto incline alla flessibilità più che fisica, mentale! Sicuramente le differenze tra le diverse generazioni incidono … ma non avrei mai pensato di trovare cotanta disinformazione.

Ritengo tutto possa scaturire dal modo in cui sono cresciute e hanno vissuto i nostri antenati, e non solo. Abituati a creare una famiglia, e cercare di dare la possibilità ai figli di avere un futuro … ma senza realmente riflettere su quale futuro tangibile a lungo termine gli si stava predisponendo a loro e alle generazioni future.

Volti stupiti ieri sera nell’apprendere le quantità di tonnellate di rifiuti prodotte, al chè una domanda sorge spontanea ‘dove siete vissuti negli ultimi venta’anni?’.
La colpa non è certamente da imputare esclusivamente ai singoli cittadini, poiché sicuramente quota parte delle responsabilità (la più preponderante) va attribuita a chi ci governa.
Analizzando ad esempio la realtà in cui vivo, come è possibile essere l’ultimo degli 8 comuni ad attivare il porta a porta?
Preme ricordare, come è stato detto ieri sera, che la raccolta porta a porta non è sinonimo di raccolta differenziata, bensì strumento con il quale sensibilizzare le persone ad svolgere compiutamente e positivamente la differenziazione dei propri rifiuti per consentirne una gestione più sostenibile.

Se il problema è così stringente e cogente perché non attivarsi subito?
Mi immagino già la risposta … ‘non puoi immaginare la gestione e soprattutto i costi’.

Posso capire la gestione … se non si è abituati non è facile né semplice riuscire subito nell’intento … ma almeno provarci…
Ma per quanto riguarda i costi … l’unica cosa che mi rincuora è che finalmente, a detta anche dello stesso relatore dell’incontro, si ammetta che il porta a porta non è un modo per ridurre i costi … economicamente lo ritengo sicuramente meno sostenibile, ma ne riesco a cogliere l’intento quindi lo accetto.
Il porta a porta sicuramente è un metodo più incisivo dal punto di vista della raccolta differenziata, non tanto perché ti sensibilizza e tu cittadino-utente cogli l’importanza della questione, quanto perché ti obbliga.
Educazione civica ormai non esiste più nelle nostre scuole e nella nostra cultura, quindi il cittadino-italiano-tipo non si pone nemmeno la domanda se è giusto o meno fare una cosa … la fa perchè gli viene imposto altrimenti no.
Solo minima parte della popolazione (anche tra le generazioni più anziane) è riuscita a capire a cosa si sta andando incontro con l’accumulo di rifiuti indifferenziato! ahimè!

Alla fine dell’incontro arriva l’ultima chicca della serata.
Come detto all’inizio, è stato un incontro aperto a tutta la cittadinanza – ultimo di una serie di incontri svolti sul territorio comunale.
Come facilmente si poteva immaginare, la maggior presenza è da riferirsi ai cittadini locali. Praticamente inesistenti le comunità straniere o suoi rappresentanti.
Alchè una domanda sorge spontanea: dov’è la grande integrazione tra i popoli di cui i nostri politici (di sinistra in particolare) acclamano?
Una signora, di chiare origini marocchine, che vive ormai da più di 20anni in Italia, chiede la parola: Ricordatevi che questi tipi di incontri è bene li facciate anche con i pakistani, indiani e altri? perché se no’ ce ne viene una gamba!
La sala vorrebbe applaudire, tuttavia sfocia tutto in una sana risata positiva, anche ai relatori e autorità presenti.

Tutto ciò lo ritengo semplicemente esilarante! e dovrebbe farci capire che … l’integrazione sociale esiste ed al contempo non esiste!
Riflettiamo gente, riflettiamo!

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